Honda NSX da “New Sport eXperimental” a “New Sport eXperience”

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Come abbiamo già anticipato sulla nostra recensione dell’Honda NSX, questo nome viene rispolverato per stupire ancora, senza cambiare ricetta, per quella che rimane la punta di diamante della casa nipponica.

La linea avveniristica era già nell’aria da parecchio con i vari concept e le varie immagini disponibili su internet; vedere però una vettura di serie che riesce a mantenere gran parte delle soluzioni stilistiche del prototipo originale non è però cosa da poco.

Il progetto della NSX era nato grazie alle vittorie ed all’esperienza di Honda in Formula 1 e grazie ad un collaudatore d’eccezione, Ayrton Senna, Honda aveva messo sul piatto soluzioni stilistiche avveniristiche per sviluppare una sportiva purosangue con cui fare concorrenza ai più blasonati marchi europei. La ricerca dell’innovazione tecnologica caratterizza anche questo nuovo modello che a partire dal design, promette di fa sognare ancora. Infatti, per essere un’auto a motore centrale, questa Honda NSX appare molto bilanciata e dinamicamente molto agile, cosa non scontata. Come in precedenza, non vi sono orpelli, ma il must rimane “form follows the function”.

Passiamo in rassegna cosa rende speciale questo nuovo modello e perché, a mio modesto parere, va apprezzato. Honda sposta nuovamente in alto l’asticella e, sempre a modo suo, ricrea una pietra miliare non più nel mondo delle sportive, ma di fatto nel mondo delle supercar. La nuova NSX ha ben 4 motori: il motore termico centrale posteriore, un V6 biturbo 3.5 litri in grado di erogare ca. 507cv che viene accoppiato a 3 unità elettriche. Un motore elettrico viene montato direttamente sul cambio, mentre gli altri due motori vengono montati sull’asse anteriore, gestendo anche la ripartizione di coppia sulle ruote, trasformando la NSX in una quattro ruote motrici intelligente. Il gruppo elettrico fornisce una extra da 74cv per un totale di 581 cavalli. La gestione della collaborazione tra questi motori viene affidata ad una raffinata elettronica in grado di adattare l’auto alle più diverse situazioni.

Non solo per l’enorme salto di potenza, ma per la completa dinamica di guida questo salto in avanti tecnologico si fa sentire. La nuova NSX ha diverse modalità di guida, dalla “comfort” alla “track” passando per modalità più o meno sportive che sono in grado di adattare la meccanica della vettura alle più disparate situazioni: dalla guida in città alla pista.

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Il cambio a doppia frizione vanta ben 9 rapporti, per garantire la marcia giusta ed un cambio marcia fulmineo in ogni situazione.

Honda riesce a confezionare un prodotto innovativo rimanendo fedele alla sua essenza di sportività ed innovazione: il telaio multi-componente, pur rimanendo leggero, risulta molto più rigido di buona parte della concorrenza e nonostante la configurazione di una sportiva a due posti, la visibilità esterna, come sul vecchio modello, rimane ottima. Ma le più importanti novità non si vedono, si sentono. Honda ha lavorato sodo per proporre una degna erede del modello NSX e questo ha incluso lo sviluppo di nuove tecnologie.

Il comando dei freni by-wire è, oltre all’ibrido, una delle più importanti novità introdotte. Nonostante l’assenza di comandi analogici, questa piattaforma digitale promette comunque una feedback ed una modulabilità degna di una sportiva.

Lo sterzo diretto ed i motori elettrici con il torque vectoring all’anteriore rendono la NSX un fulmine nelle curve ed insieme alle sospensioni magnetereologiche adattano l’assetto della vettura in frazioni di secondo, avendo sempre l’assetto ottimale e la perfetta combinazione tra le varie componenti in risposta alle situazioni esterne.

 Con il suo design ricercato e questa tecnologia ibrida, questa NSX è sicuramente un’auto oggettivamente interessante, seppur nulla di quello che muove l’acquirente di una supercar sia oggettivo. Honda riprova a mettere logica e rigore in un mondo dominato dalle emozione. L’ultima NSX viene capita più adesso che allora.. e questo nuovo modello, costruito in Nordamerica e pensato per gli USA sembra suscitare tanti interesse anche in Europa, ma nulla di più di questo. “Ai posteri l’ardua sentenza”.

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